Ci piace definirci “un parco dentro un parco”, cioè il Parco Acquadolce che ospita Agritrutta, all’interno della Riserva Naturale di Crava-Morozzo(-Mondovì). Partendo dal concetto che la natura fa scuola da sola, noi ci concentriamo sulla creazione di un’esperienza indimenticabile per chi viene a trovarci.
L’obiettivo è far sì che i sostenitori (nel corso della pandemia abbiamo smesso di chiamarli clienti visto che ci hanno permesso, con i loro acquisti, di rimanere in vita) tornino a casa portando con sé un’emozione che diventerà ricordo: il volo di un uccello (circa 1/3 degli uccelli migratori e non che attraversano l’Italia, passa sopra la riserva), il sapore di un piatto, la musica del fiume.
Agritrutta alleva lo storione, il salmerino di fonte, le trote fario e iridea (bianca e salmonata) e li lavora offrendoli interi o filettati. Nell’Agriturismo Acquadolce cuciniamo il pesce, ovviamente, ma anche piatti vegetariani, di carni territoriali, ricette della tradizione e carta dei vini bianchi e rossi scelti solo tra i produttori del cuneese.
Infine c’è il “Viaggio in Acquedolci” con partenza dal Parco Acquadolce (terza porta), che tocca anche gli altri due accessi di Rocca de Baldi (porta storica) e Morozzo (seconda porta). Si tratta di due itinerari a piedi o per e-bike, il “river walking” (la camminata lungo e/o dentro il fiume), la visita didattica organizzata su misura in base alla composizione del gruppo. Si sviluppano tutti ad anello, “11 X 290” (undici chilometri di percorso per 290 ettari di terreno).
In sintesi, alleviamo e trasformiamo pesci d’acqua dolce in un parco e il parco trasforma noi.
Per noi è imprescindibile lavorare in rete. Non concepiamo neppure l’idea di non farlo. E ciò inevitabilmente ha un impatto sociale nell’ambiente in cui siamo inseriti.Per l’ambiente semplicemente abbiamo rispetto. Che significa, dato che viviamo in un parco naturale, prendersene cura, tenerlo pulito, assecondarne l’evoluzione.
Sotto il profilo pratico, per esempio, nell’ultimo tratto della loro vita, i pesci si nutrono di ciò che trovano nell’acqua. Per esempio le vasche non sono coperte da reti per proteggerli dagli uccelli perché in natura le protezioni di questo tipo non esistono. Per esempio le alghe, che possono dare un senso di disordine, sono il sintomo più evidente che l’acqua è pulita e diventa habitat spontaneo di minuscole e varie forme di vita a loro volta cibo per i pesci.
Per esempio gli imballaggi, in cui cerchiamo di impiegare la plastica nella minima quantità possibile (il polistirolo è stato bandito da anni) a favore del cartone che invece usiamo e riusiamo. Insomma, non sono tanto le cose che si fanno, ma “come” si fanno. Secondo noi la differenza sta tutto in questa parolina.
Perché non solo i contadini ma anche gli allevatori sono i custodi dell’ambiente e possono contribuire a insegnare il rispetto della vita.
Pensiamo di avere già indicato qualche valido motivo per invogliare nuovi sostenitori a venire da noi a vivere l’esperienza unica e irripetibile dell’ecosistema parco. Anche per fornirci pareri, consigli e aiutare dunque a migliorarci. Potremo così continuare a sviluppare le nostre pratiche nel rispetto dell’ambiente e della vita.